Ogni qualvolta vengono proposti gli “aspetti lagunari” di Toni Fontanella, anche il visitatore che già conosce la sua pittura prova, prima curiosità e poi interesse (lo penso perchè io lo provo).
Curiosità per gli aspetti sempre inediti d’una stessa tematica, via via rinnovata nella carica dinamica, nell’intensità lirica, nelle vibrazioni originate non da un ripensamento, ma da una ricerca continua che gli consente di non ripetersi.
Interesse per l’efficacia del suo linguaggio pittorico fedele alla scuola veneziana e all’ambiente che l’ha generato, che resiste alle variazioni del gusto, delle tendenze e delle ragioni estetiche che avrebbero potuto distorcere la sua versalitità. Il motivo conduttore è un nesso che concerta gli elementi del monteplice naturale e ambientale, riferiti l’uno all’altro in rapporto sostanziale.
Gli elementi sono: gli spazi, la luce, le aperture, le forme, le acque, i cieli, i momenti e gli attimi particolari della visione, l’accordo con la natura come accordo di vita, di stati d’animo e degli strumenti della pittura.
Dal lato tecnico, ora, la struttura compositiva, si avvalora d’uno sfondo e d’un tessuto a tratti vergini, sui quali il colore graffiato crea un’emergenza materica meditata. Dal punto di vista sintattico s’insinuano inusitati ed esuberanti equiilibri cromatici, creanti modulazioni tonali più cariche delle precedenti, ma più raffinate e sensibili nel rapporto luce-colore. Con tale arricchimento credo, che l’artista abbia inteso sfuggire alla suggestione di una sorta di compiacimento o di semplice lirismo di ritorno. I termini comunicativi sono approfonditi e l’unità rappresentativa si avvicina meglio alla radice evocativa, come dilatazione ed eco della natura.