La mostra è concisa ma offre la possibilità di capire e scoprire la personalità di Toni Fontanella, intensamente presente, sotto molteplici aspetti, nella pittura veneziana e italiana.
Non ricordo quando mi sono avvicinato all’arte di Fontanella: sono passati troppi anni.
Ma ricordo il titolo della mia prima recensione sulla sua pittura: “Un classico dell’arte moderna”.
Non volle mai inquadrarsi nei movimenti di avanguardia, pur rompendo gli argini di un certo provincialismo e mettersi a livello dei grandi nomi dell’arte veneziana che allora e anche oggi continuano ad essere omaggiati.
Egli non è da meno e segnò un’epoca. Ha creato degli archetipi che esprimono una cosmogonia, la sua cosmogonia, la sua identità.
Nessuno come lui, ha dipinto le acque che lambiscono o circondano la terra, dalle quali emergono le caratteristiche ambientali. Nelle altre composizioni ha invece scoperto il colore di posizione, quasi sulla stessa riga delle bottiglie di Morandi, seguendo la sfera magica dei sui colori.
Sono opere che non riguardano un’esperienza, ma sono l’esperienza creativa stessa. Fontanella perciò travalica ogni esperienza stilistica